di Lillo Portera
Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 44 | primavera 2021
Ornella Vanoni, ottantasei primavere indossate con invidiabile e pacificata leggerezza, torna a incidere un nuovo album di inediti. Unica (edito dalla storica etichetta BMG) arriva a quasi otto anni di distanza dal precedente lavoro in studio Meticci. Io mi fermo qui (2013). Prodotto da Mauro Pagani e arrangiato da Fabio Ilacqua, Unica è il quarantesimo capitolo discografico dell’infaticabile artista milanese (il primo album, l’omonimo Ornella Vanoni, risale al lontano ’61).
È stato il colore giallo – inteso nel suo significato più ampio e nelle sue sfumature più cangianti, comprendenti la solarità, l’estemporaneità, la pazzia e la spiritualità – a stimolare l’ispirazione di Ornella. Un giallo vivo, vibrante, caldo, avvolgente, mai accecante. Una suggestione cromatica che, dai toni più soffusi a quelli più accesi, si riverbera in tutte le undici tracce del disco. Nelle pagine del booklet compare una citazione tratta da Il tempio di Poseidone di Jorge Luis Borges: «Non c’è nessuna cosa al mondo che non sia misteriosa, ma tale mistero è più evidente in certe cose che in altre: nel mare, nel colore giallo, negli occhi degli anziani e nella musica.» Questo fil d’or, radioso e primaverile, attraversa a passo lieve tanto le ballad più intime come Nuda sull’erba o Arcobaleno, quanto le partiture più divertite come La mia parte o Tu/me.
L’apertura è affidata al breve intro A passo lieve, una composizione strumentale di Mauro Pagani che ben introduce alle atmosfere sospese e sognanti del disco. La voce di Ornella entra in Specialmente quando ridi (autori Fabio Ilacqua e Ornella Vanoni), un brano che gioca sul sottile equilibrio tra entusiasmo e malinconia: S’alza un poco di vento, e corre a spettinare i platani lungo il viale. E si ferma un istante il tempo per lasciarci passare. Segue poi la delicata Arcobaleno, firmata da Giuliano Sangiorgi. Il tema del viaggio e della ricerca di sé muove Isole viaggianti (Ilacqua): Noi che siamo eterni passeggeri, sempre in cerca di sentieri secondari.
Tra i momenti più alti del disco c’è sicuramente Nuda sull’erba (autori Ilacqua e Vanoni), una canzone di struggente bellezza e delicatezza: E si è impigliato il tempo fra gli alberi sul fiume, e la mia carne è un confine, tremare appena e poi svanire. Pagine interessanti sono anche Carezza d’autunno (in duetto con Carmen Consoli) e Inizio di Pacifico: Spalanco le mie braccia e tocco l’universo. E ho tutto quello che verrà, e niente ho perso. In La mia parte (sempre di Ilacqua) ritorna il tema del viaggio: E mi perdo tra mille strade e rido, tenendo in faccia il vento. Tu/me, esilarante duetto con Virginia Raffaele, è un godibile divertissement con sonorità brasiliane.
Il primo singolo estratto da Unica è Un sorriso dentro al pianto (autori Francesco Gabbani, Pacifico e Vanoni), brano che traccia tutto il bilancio di una vita: Io sono tutto l’amore che ho dato, mare in tempesta e cielo stellato. Poco prima di uno schianto, un sorriso dentro al pianto. Il videoclip, diretto da Marta Bevacqua e interpretato dall’attrice francese Nadia Tereszkiewicz, è stato girato a Parigi. Primo capitolo di una trilogia-video proseguita con Arcobaleno, girato a Venezia (regia di Claudio Zagarini, con l’attrice Caterina Mattevi) e Isole viaggianti, girato a Milano (regia sempre di Zagarini); qui, insieme all’attrice Marta D’Ambrosio, compare anche la nipote della Vanoni, Camilla Ardenzi, e l’amatissima cagnetta Ondina. In tutti e tre i videoclip Ornella ha voluto espressamente omaggiare le tre città a lei più care. È alla sua città natale, Milano, che Ornella rivolge la sua dedica più accorata: “A Milano, la città che è stata e che sarà”. Quello delle tre giovani attrici – tutte con i capelli rossi e un foulard giallo – suona come un chiaro passaggio del testimone.
Gli arrangiamenti, curati magistralmente da Fabio Ilacqua (autore anche di cinque partiture), miscelano suggestioni acustiche, pop e sonorità brasiliane. Ben armonizzata al tappeto musicale la voce di Ornella, a dispetto degli anni, si mostra ancora solida e padrona. Assolutamente ispirata, partecipe, evocativa. L’album si chiude con Ornella si nasce, brano firmato da Renato Zero, già autore per la Vanoni nel 1974 (Dipende) e nel 2009 (La vita che mi merito). Tra tutti i brani questo è quello che più riesce a restituire la personalità determinata e al contempo fragile dell’Ornella donna e artista. Il testo le calza come un guanto e, naturalmente, l’interpretazione fa il resto: Che non le manchi mai spazio ed autonomia, Ornella a tutti i costi e così sia.
L’immagine di copertina e le fotografie del booklet, realizzate da Marta Bevacqua, sono un dichiarato hommage al giallo rarefatto e sognante che illumina tutte le canzoni del disco. Unica è stato pubblicato nei formati cd standard, cd deluxe, vinile e vinile-picture. Per il prossimo 4 giugno la BMG ha annunciato l’emissione speciale di un vinile rosso 45 giri contenente i brani Isole viaggianti e Un sorriso dentro al pianto (edizione limitata in 500 copie numerate e autografate dall’artista).
Lillo Portera
Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 44 | primavera 2021
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