di Salvo Arena
Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 39 | estate 2019
A due anni di distanza da Teresa canta Pino – tributo all’amico e collega Pino Daniele – la cantautrice napoletana Teresa De Sio torna con un nuovo album in studio, il quattordicesimo di una carriera più che quarantennale. Classe 1952, Teresa ha debuttato nel 1976 con i Musicanova al fianco di Eugenio Bennato, Carlo D’Angiò, David Blazer e Robert Fix; in Garofano d’ammore (primo disco targato Musicanova) Teresa si avvicina alla suggestiva tradizione dei canti popolari dell’Italia meridionale, in particolare pugliesi e calabri. Nel segno del canto popolare, rivisitato alla luce di una sensibilità moderna, è anche il primo 33 giri solista di Teresa: Villanelle popolaresche del ‘500 (1978). Questa fiera e ostinata aderenza alla terra, alle radici profonde di una cultura popolare sempre suscettibile di contaminazioni, resterà una costante di tutta la produzione a venire.
Puro desiderio è un disco fortemente autobiografico. Affronta da diverse angolazioni il tema del cambiamento e della rinascita. Desiderio come ricerca del bene (per sé, per gli altri), desiderio come evoluzione e come antitesi dell’immobilità, desiderio come motore d’ogni emozione umana. L’album, registrato in acustico, è improntato su sonorità intime e calde. I testi, confidenziali e pregnanti, testimoniano un’ispirazione autentica e una ricerca appassionata nelle maglie del linguaggio. Puro desiderio (Believe, 2019), prodotto da Teresa De Sio e Romeo Grosso per G-ROdischi, è stato arrangiato e orchestrato da Francesco Santalucia. Annovera dieci brani inediti interamente scritti dalla De Sio, ad eccezione di In un soffio di vento, scritto in coppia con il rapper avellinese Ghemon (nel brano anche vocal special guest).
Il disco riprende in parte tematiche e atmosfere del precedente lavoro in studio Tutto cambia (2011), ma le vira su tonalità più tenui e acustiche. In copertina (un’illustrazione dell’artista Grazia La Padula) campeggia un colibrì nell’atto di suggere nettare da un fiore, un’immagine che sintetizza bene il messaggio veicolato dal disco: cercare nutrimento nella bellezza. Sarebbe bellissimo è infatti il titolo del brano d’apertura, dove è vagheggiata la possibilità di poter dimenticare le cose fatte male, le parole sbagliate, (…) le catene, le cazzate (…), le ferite che il tempo ti ha fatto sanguinare. Il desiderio di felicità, pacificato, si rivela in una semplice proiezione: Sarebbe bellissimo potersi risvegliare tutte le mattine davanti al mare. L’amore coincide con un’idea di libertà: E se l’amore è il mio autista io vado dove va, e chi se ne frega dove mi porterà. In Certi angeli, strutturato su un incalzante tappeto ritmico, suonano le campane del giorno del giudizio; il popolo degli esclusi e dei disperati si salva, a differenza di quello degli arroganti, dei ruffiani, dei politici e dei portaborse. Nel brano In un soffio di vento è descritto un mondo dove pare pare che ognuno pensa sulamente ‘o sujo, un mondo allo sbando dove però, nonostante tutto, ci si può ancora salvare: …Nuje ce putimmo salvà.
Nel tessuto testuale dell’album la cantautrice, come già in molte altre pagine del suo vasto repertorio, cuce insieme efficacemente lingua italiana e lingua napoletana; in Tot le chanzon (in cui i primi versi sono stati ispirati da Peppe Voltarelli) la contaminazione linguistica è tra napoletano e francese. In Puro desiderio, delicatissima canzone che dà il titolo al disco, Teresa canta di una vita che è comme a ‘na tempesta, una vita che è al contempo rassegnazione e aspirazione: Sono solo una bambina che ha perso il cielo, ma sono ancora puro desiderio. Tra le perle di questo lavoro brilla Mia libertà, canzone-manifesto della poetica della De Sio: Passano i giorni, le notti e le nuvole / Solo non passa l’amore che non ha età / Ed il mio corpo non pesa e non ha paura / Steso in un bosco di ulivi ti aspetterà.
Una riflessione sull’amore, al tempo stesso disincantata e aperta al miracolo della coincidenza è in L’amore, l’attimo, il treno. Qui la cantautrice confida: Non ho mai cercato un diamante per me, ma solo parole luminose e semplici. In un passaggio la scrittura si fa accorata lirica: Amore che hai perduto l’attimo, mentre viaggiavi sul mio stesso treno / Ti lascerò una luce alla finestra, per quando sarai solo nelle sere. La chiusura è affidata a Il pane della domenica, impreziosito dalla chitarra acustica di Massimiliano Rosati. In un’esistenza dove cambiano le cose come cambia la luna, soltanto l’amore vero dura tutta la vita, come l’odore d’arancia resta sulle dita.
In Puro desiderio hanno suonato: Vittorio Longobardi (basso e contrabasso), Giorgio Maria Condemi (chitarre), Marco Bartoccioni (steel guitar e pedal steel), Pasquale Angelini (batterie), Francesco Santalucia (programmazione, pianoforte, organetto e percussioni), Giovanna Famulari (violoncello), Vanessa Cremaschi (viola e violino), H.e.r. (violino) e naturalmente Teresa De Sio con la sua inseparabile chitarra. Puro desiderio è disponibile nei formati cd e vinile.
di Salvo Arena
Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 39 | estate 2019
Copyright 2019 © Amedit – Tutti i diritti riservati
RICHIEDI COPIA CARTACEA DELLA RIVISTA