TORSTEN IN QUEERETERIA | Andy Bell | il terzo atto della Trilogia di Torsten

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 38 | marzo 2019

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Icona genderfluid, Torsten è un personaggio fuori dal tempo, in perenne oscillazione tra romanticismo e trasgressione. Con l’ambizioso progetto Torsten il cantante inglese Andy Bell – storico leader del duo synth-pop Erasure – ha inaugurato nel 2014 una nuova fase della sua carriera. Il concept si snoda in tre distinti album, tutti realizzati per l’etichetta SFE (Strike Force Entertainment): Torsten The Bareback Saint (presentato nel 2014 all’Edimburgh Festival Fringe), Torsten The Beautiful Libertine (uscito il 4 marzo 2016) e Torsten in Queereteria (aprile 2019). Autore dei testi e ideatore originario del progetto è Barney Ashton-Bullock, che ha dichiarato di aver forgiato fin dall’inizio la scrittura di Torsten sulla figura e sulla vocalità di Andy Bell. Quest’ultimo, visionate le prime bozze, si è subito innamorato del progetto, prendendovi parte attiva nel laborioso processo di ottimizzazione. Tutte le musiche portano la firma di Christopher Frost, curatore anche di tutti gli arrangiamenti. Intorno a Torsten ruota un’operazione al contempo musicale e teatrale.

La definizione che Andy Bell ne ha dato è: «a theatrical pop song-cycle of musical postcards from the hot spots of memory, from a semi-immortal polysexual sensualist’s  life», ossia un ciclo di canzoni d’impostazione teatrale, cartoline musicali attinte dalla memoria recondita di un semi-immortale polisessuale. Torsten non è un personaggio reale ma piuttosto un archetipo, una personificazione ora pregnante ora impalpabile. Sappiamo poco di lui. È il “santo senza protezioni”, il “bellissimo libertino” che ha sacrificato la sua vita sull’altare del piacere. Nelle note introduttive del booklet di Torsten The Bareback Saint è Torsten stesso a fornire vaghi ragguagli sulla sua identità: «I may be a carnal incarnate or the immanent unseen», ossia: Io potrei essere o un’incarnazione carnale o un’immanenza invisibile. Torsten avverte inoltre di non cercare una “narrazione consequenziale”, poiché i singoli brani, pur se legati da un concept, hanno vita autonoma.

Questo terzo capitolo della trilogia, registrato presso gli studi Aramis di Epsom, è suddiviso in quattro atti. Atto primo: rimembranza, giovinezza e bellezza; atto secondo: l’edonismo e il dolore; atto terzo: gli amari rimpianti; atto quarto: piangere e perdere. «Torsten – leggiamo nelle note introduttive del booklet – è gentilmente invecchiato, ma rimane un semi-immortale, un sensuale polisessuale, stritolato dal dolore schiacciante di aver perso amanti e amici. Egli nacque nel 1905, figlio di un marinaio mercantile norvegese e di una pulitrice di navi inglese.» Oltre all’intrigante Queereteria (brano del secondo atto che dà il titolo all’album), spiccano in particolare Silence is golden, Cabaret Awayday e I am of the sea. Il momento più alto, un ispirato e struggente piano e voce, è We hadn’t slept for twenty years. Il disco è legato allo show teatrale “Queereteria TV” (messo in scena presso l’Above The Stag Theatre di Londra dal 10 al 28 aprile 2019). 54 tracce complessive: un itinerario composito che come leitmotiv segue un approccio musicale in stile cabaret, aperto di volta in volta ora a contaminazioni più elettroniche, ora a quelle più acustiche (e non mancano, a sorpresa, le incursioni nella dance).

Andy Bell, più che mai calato nel ruolo di questo redivivo e impunito Dorian Gray, sfodera una voce assolutamente superba. I tre capitoli del Torsten si completano, ma è forse più nel secondo che compaiono i brani migliori: This town need Jesus, Blowjobs for cocaine, Photos of Daniel, I am the boy who smiled at you e la delicatissima I’m your lover. Torsten conduce un’esistenza solitaria e infelice, ma ha amato e ama ancora, nonostante tutto. Ha amato uomini e donne, indistintamente, senza censure. È agito dal demone del sesso, nel bene e nel male, e non può che condurre una vita sempre in bilico tra il delirio e la pacificazione. Alla domanda di un giornalista se Torsten troverà mai il vero amore, il suo alter ego Andy ha risposto: «Questo non lo so, ma lo spero. Anche se credo che lui abbia bisogno di incontrare un vampiro!» Torsten rievoca incontri e ne stabilisce di nuovi, si muove di storia in storia, di letto in letto, tra malinconia e leggerezza, voltando pagine di un vissuto che da individuale si fa corale. La componente autobiografica c’è, indubbiamente, ma travalica il singolo aneddoto narrato assestandosi su un piano esperienziale più simbolico. Dei primi due album sono state realizzate anche due versioni remixate, intitolate Variance I e Variance II (con extra tracks, extended e alternative versions).

La trilogia Torsten ha segnato una svolta nella carriera musicale di Andy Bell, che parallelamente porta avanti con Vince Clarke anche il progetto Erasure. Tre dischi insoliti, accattivanti nelle tematiche come negli arrangiamenti, ma sostenuti soprattutto da un’interpretazione ispirata e partecipe. La voce di Andy Bell, corposa e atmosferica, qui dà il meglio di sé. Torsten in Queereteria è disponibile in standard cd e in una deluxe digipack limited edition.

Lillo Portera


Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 38 | marzo 2019

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