GIUNI RUSSO | ARMSTRONG
Otto brani inediti del 1980 in un prezioso doppio cd
di Salvo Arena
su Amedit n. 32 – Settembre 2017.
Ci sono artisti il cui vero valore resta ai più sconosciuto. Molti hanno colpevolmente tramato alle loro spalle; ne hanno incrinato l’estro, mortificato il genio e l’originalità. Il tutto per farne solo un mero prodotto di mercato, da spremere e poi buttare. Tredici anni fa con Giuni Russo l’Italia perdeva una delle sue voci più belle. Peccato che per molti lei era solo quella delle canzoni balneari, da Un’estate al mare a Limonata cha cha cha. Questo era ciò che lo star system aveva voluto fare di lei per soddisfare i gusti del grande pubblico, sebbene Giuni avesse tentato più volte di ribellarsi, rivendicando la propria libertà artistica. Chi avrebbe dovuto promuoverla e valorizzarla, mettendo in risalto la sua versatilità e le straordinarie doti musicali, ne aveva invece mortificato gli slanci, pretendendo di farne una replicante di canzonette da spiaggisti. In quegli anni Giuni scriveva: «So quello che voglio / mi son chiesta se volevo l’impossibile / ho volato in alto, molto in alto / e mi son vista ricadere giù. / Cerco la mia strada e sembra quasi / che io chieda l’impossibile.» Sono i versi di una canzone musicata da Maria Antonietta Sisini, sua compagna nella vita e nell’arte. La canzone s’intitola Non voglio andare via, ed è una delle otto perle riaffiorate dal passato che oggi impreziosiscono un nuovo album di inediti.
Armstrong, uscito l’8 settembre in tre diverse emissioni (vinile, doppio cd e digital download) rappresenta un’importante azione di recupero, sul piano umano e artistico, capace di restituirci una Giuni Russo più intima, lontana da quel personaggio scanzonato e un po’ frivolo che la rispecchiava solo in parte. Negli otto brani, scritti da lei e musicati da Maria Antonietta Sisini agli inizi degli anni Ottanta, traspare tutto l’universo emotivo che accompagnò la scalata al successo dell’artista, qua e là pervaso da sentimenti di rivendicazione, delusione, rabbia. Queste canzoni rimaste per troppo tempo nel cassetto, dove sembravano condannate all’oblio, da anni circolavano clandestinamente nelle loro versioni demo tra i collezionisti. Ora, dopo un paziente lavoro di ricerca tra i nastri custoditi nell’archivio dell’associazione GiuniRussoArte, ricevono finalmente lo statuto di ufficialità, andando a costituire un nuovo tassello nel percorso artistico della cantautrice scomparsa il 14 settembre del 2004. Il doppio cd è insieme opera di ricognizione e di reinterpretazione, con gli otto brani incisi in due diverse versioni: il primo disco propone i testi negli arrangiamenti creati per l’occasione dal musicista Stefano Medioli, storico collaboratore di Giuni, mixati dal sound engineer Pino “Pinaxa” Pischetola. I brani sono qui rivestiti con un sound dalle atmosfere sospese tra gli anni Ottanta e la contemporaneità. Il secondo disco ci restituisce invece la materia prima, ovvero le registrazioni originali dei provini, dove la voce di Giuni, accompagnata dalla sola chitarra acustica suonata da Maria Antonietta Sisini, risalta con assoluta immediatezza e libertà espressiva in tutta la sua avvolgente potenza e ricchezza di coloriture.
L’intero progetto che ruota attorno a questo album è innanzitutto teso al recupero di memorie, di episodi e di stati d’animo che hanno avuto una particolare incisività nella vita della compianta artista, ed è in questa direzione che si collocano tutte le scelte fatte dalla Sisini per la sua realizzazione. A cominciare dal titolo, Armstrong, scelto per rievocare lo speciale incontro avvenuto nel 1968 sul palco di Sanremo, tra un’allora sedicenne Giusy Romeo e il celebre trombettista Louis Armstrong. I due alloggiavano nello stesso albergo e un pomeriggio lui sfilò il bocchino dalla sua tromba e gliene fece dono. Oggi quel prezioso cimelio che Giuni custodiva gelosamente appare tra le foto dell’artwork di questo nuovo album. Lo stesso criterio di scelta è stato seguito per la copertina, un dipinto che raffigura in forma stilizzata Giuni, realizzato da una loro amica di vecchia data che si firma Nelterzopiano. L’uscita dell’album è stata anticipata dal videoclip di Non voglio andare via, la cui regia è stata affidata a Carlo Fenizi, altra figura vicina all’arte di Giuni Russo e che proprio in questo periodo sta lavorando a un film su di lei. Protagonista del videoclip è l’attrice Maria Grazia Cucinotta, legata alla cantautrice da una vicendevole stima. Armstrong è solo l’ennesimo progetto discografico postumo, che vede la luce grazie all’impegno e alla dedizione di Maria Antonietta Sisini. Un progetto che mira a restituire alla grande Giuni Russo quel pieno riconoscimento artistico che da sempre le spetta; un po’ anche una rivalsa verso chi da viva l’aveva osteggiata e verso la morte stessa, giunta troppo prematuramente.
Salvo Arena
Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 32 – Settembre 2017.
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