VENUTI DALLE STELLE | Motore di vita | Il nuovo album di Mario Venuti

VENUTI DALLE STELLE

Motore di vita | Il nuovo album di Mario Venuti

di Pietro Valgoi

su Amedit n° 31 – Giugno 2017

Con Motore di vita il cantautore siciliano Mario Venuti si riconferma un protagonista indiscusso della scena musicale contemporanea. Preceduto dal trascinante singolo Caduto dalle stelle, potenziale tormentone estivo, questo disco intende celebrare il corpo in tutte le sue sfaccettature, dalle più intime e private alle più epidermiche e goderecce. A due anni di distanza dal bellissimo concept Il tramonto dell’occidente – un lavoro con esplicite riflessioni sociologiche, addentrato nelle maglie dei disagi contemporanei – Venuti sceglie di misurarsi con atmosfere più serene e distese, diciamo pure più leggere e “orgogliosamente pop”. L’immagine di copertina (una fotografia di Alessandro Castagna che ritrae il cantautore in tonica e scultorea nudità) introduce bene alla tematica portante che investe tutte le tracce del disco, ovvero la riscoperta degli aspetti sensoriali della vita: odori, sapori, vibrazioni.

Citando André Gide il cantautore ha dichiarato di aver voluto attingere ai nutrimenti terrestri, a un sentire primigenio in sintonia con la natura. Il corpo dunque non come prigione dell’anima o limite ma come veicolo e strumento di gioia, un corpo fatto per provare piacere, emozioni, sensazioni sempre nuove, in balia di una vita sempre intrigante e imprevedibile. Il brano Caduto dalle stelle è un inno alla danza, alla felicità del movimento corporeo. Le sonorità elettroniche, con echi anni ’80 e ’90, dispiegano atmosfere solari e festive, leggere ma non per questo disimpegnate. Aleggia infatti in tutte le tracce del disco una sorta di leggerezza meditativa, propria di chi è in pace con se stesso, con il sentire semplice del proprio involucro esteriore. Una volta acceso il motore di vita parte in quarta, con ritmiche grintose e fresche, deliberatamente giovanili. La canzone d’apertura è Conservare in luogo fresco, un elogio del sapore e del gusto: Conservare in luogo fresco le passioni caste, le ultime rimaste / In mezzo all’insalata cresce il fiore un po’ dimenticato, l’innocenza che era in me. In La prima volta il cantautore celebra la bellezza struggente delle esperienze irripetibili: il primo respiro, il primo giorno di scuola, il primo bacio, la prima sigaretta, il primo sesso, il primo viaggio, il primo vero amore, il primo figlio, il primo grande dolore, il primo capello bianco… ed ecco che anche qui il tramite è il corpo, terra di mezzo tra l’anima e il mondo. Punta di diamante del disco è la ballad Lasciati amare, un piccolo gioiello firmato testo e musica dal cantautore siracusano: Celebreremo la misteriosa festa della vita, cantando coi bicchieri colmi d’allegria / Lasciati amare, come solo l’arte sa fare, sei l’unica canzone che mi va di cantare. Per la scrittura dei brani di Motore di vita Venuti si è avvalso della collaborazione, tra gli altri, del cantautore siciliano Seba e del fido Pippo Kaballà Rinaldi (un sodalizio, quest’ultimo, che dura dal 2004). Particolarmente interessante il brano Fuorimondo shop, con arrangiamento d’archi del talentuoso Joe Schittino. Altre tracce interessanti sono la title-track Motore di vita e Se avessi altro amore. Presente anche Non è peccato, scritta nel 2005 per la cantante Syria. L’album si chiude con la lunare ed ermetica I peccati della luna.

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Nato nel 1963 da madre napoletana e padre messinese Mario Venuti trascorre l’adolescenza tra la natia Siracusa e Messina, e successivamente si trasferisce a Catania (attivissima fucina musicale). Dal 1982 al 1990 vive la sua prima intensa stagione con il gruppo dei Denovo, al fianco di Luca Madonia; con i Denovo incide ben quattro album e un EP. Il debutto da solista arriva nel 1994 con l’album Un po’ di febbre, trainato dal singolo Fortuna. Un pentagramma, quello di Venuti, fin dall’inizio aperto alle contaminazioni tra rock, pop, tradizione cantautorale e sonorità d’oltrefrontiera. Due anni dopo arriva il secondo album Microclima, contraddistinto da sonorità sudamericane. Del 1998 è Mai come ieri, un lavoro decisamente più intimista (nel brano omonimo duetta con la catanese Carmen Consoli). Del 2003 è Grandimprese con la fortunata hit Veramente e la cover Monna Lisa di Ivan Graziani; seguirà un repackaging contenente il brano Crudele (presentato al festival di Sanremo 2004) e la bellissima Per causa d’amore in duetto con Patrizia Laquidara (un brano già edito nel 2003 nel disco della Laquidara Indirizzo portoghese). Nel 2005 Venuti scrive Echi d’infinito per Antonella Ruggiero, un piccolo capolavoro, forse la sua canzone più bella. Nel 2006 partecipa a Sanremo con il brano Un altro posto nel mondo e pubblica il quinto album in studio Magneti. Nel 2008 è ancora a Sanremo con A ferro e fuoco (contenuta nel Greatest L’officina del fantastico). L’anno dopo duetta con Battiato in Spleen#132, contenuta in Recidivo. Seguono L’ultimo romantico (2012) e Il tramonto dell’occidente (2015). Motore di vita è il suo nono album in studio. Mario Venuti è in tour con la nuova band: Donato Emma alla batteria, Pierpaolo Latina alle tastiere, Luca Galeano alle chitarre e Antonio Moscato al basso.

Pietro Valgoi


Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 31 – Giugno 2017.

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