ANTONELLA RUGGIERO | La vita imprevedibile delle canzoni | Il nuovo album

ANTONELLA RUGGIERO

La vita imprevedibile delle canzoni | Il nuovo album

di Lillo Portera

su Amedit n° 31 – Giugno 2017

Una voce e un pianoforte. L’essenzialità assoluta. Questo, e molto altro, ci ha voluto regalare Antonella Ruggiero con questa rilettura in chiave acustica di alcuni dei suoi brani più celebri. Al suo fianco il virtuoso pianista genovese Andrea Bacchetti, noto e apprezzato a livello internazionale. Un incontro tra due sensibilità musicali d’altissimo livello, qui fuse in perfetta simbiosi. La cristallina pulizia del suono solleva e mette in risalto l’inafferrabile voce della Ruggiero, qui all’ennesima potenza espressiva. Bacchetti non si limita all’accompagnamento, non affonda sotto il timbro sublime ed evocativo della talentuosa interprete, ma emerge prepotentemente a più riprese, in concerto, tracciando passaggi narrativi e sottolineando con misurata enfasi le atmosfere che di volta in volta si avvicendano nei brani. Due racconti che scorrono paralleli e che al contempo coincidono in perfetta armonia. Spogliati delle ritmiche pop i brani tornano alla nuda sintesi della partitura, rivelando così tutta la loro bellezza intrinseca.

L’apertura è affidata a Cavallo bianco, un brano del 1975, contenuto nell’album d’esordio dei Matia Bazar. Anche il canto dell’aurora è muto ormai / Tace il mare, il vento e tutto intorno a noi / Ma nel risveglio come un’eco corre e va / Un dolce canto di emozioni in libertà… Seguono, inanellate con fluidità, la delicata Quando balliamo (tratta dall’ultimo album di inediti del 2014 L’impossibile è certo), la hit sanremese del 1982 Vacanze romane e la bellissima Echi d’infinito (scritta da Mario Venuti), qui interpretata con struggente trasporto, perla indiscussa del disco. Ma che sorpresa / Cantando / Può nascere una rosa anche dal fango / Nei deserti più assolati o negli eterni inverni / Ma che sorpresa, una rosa… Alternando brani del proprio repertorio da solista e brani del periodo Matia Bazar, Antonella rilegge poi la sognante Controvento e le sofisticate Aristocratica e Elettrochoc. L’alternanza tra atmosfere sospese e altre più terrene e movimentate conferisce più colore all’opera nel suo insieme, scongiurando quell’eccesso di sobrietà spesso implicito nelle riduzioni in chiave acustica.

Di brano in brano l’interpretazione della Ruggiero non è mai uguale a se stessa, ma sempre suscettibile di sfumature impreviste. Un cuore ideale del disco è costituito dalla canzone Amore lontanissimo, interpretata con particolare intensità e una punta di malcelata commozione. E ancora: Ultima volontà, Non ti dimentico, la hit internazionale Ti sento, Di un amore, Fantasia, Il canto dell’amore, per chiudere infine con la seducente Per un’ora d’amore (anche questa, come quella d’apertura, tratta dall’album d’esordio dei Matia Bazar). Un viaggio musicale teso anche a ripercorrere gli oltre quarant’anni di carriera musicale (e va da sé che moltissime altre perle del repertorio non hanno purtroppo trovato spazio in questa breve antologia). La vita imprevedibile delle canzoni è anche un recital dal vivo tutt’ora in corso nei più prestigiosi teatri italiani; nelle performance live la scaletta è arricchita da altri brani tra cui l’Ave Maria di Fabrizio De Andrè e Impressioni di Settembre della PFM (oltre ad alcune esecuzioni soliste al piano di Bacchetti).

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La Ruggiero padroneggia la sua vocalità con disarmante naturalezza, senza manierismi o forzati virtuosismi. Una voce soave, lirica, tridimensionale, di grande afflato spirituale, assolutamente inimitabile, divenuta negli anni ancor più solida e espressiva. Mai un’incertezza o un cedimento, mai un’intonazione di troppo, in sintonia con un’ispirazione sempre autentica e partecipe. La vita imprevedibile delle canzoni segna e suggella una tappa fondamentale nel percorso artistico di Antonella Ruggiero, e può considerarsi senza tema di smentita uno dei suoi lavori discografici più riusciti (tutt’altro quindi che una mera compilation celebrativa). Merito anche, lo ribadiamo, del particolare feeling creativo instaurato con il pianista Andrea Bacchetti. Autore degli arrangiamenti è Stefano Barzan, che è stato attento a non penalizzare la struttura melodica dei singoli pezzi. Questa nuova veste acustica ha avuto il merito di trasformare i brani in dei piccoli classici, riscattandoli così dal passare delle mode. La produzione artistica (per Libera Music / Sony Classical) è ancora una volta curata dal fido Roberto Colombo, al fianco dell’artista genovese da tantissimi anni. Il disco è stato registrato da Massimo Faggioni presso la Fazioli Concert Hall di Sacile (PN) tra il 31 maggio e il 12 settembre 2016. Andrea Bacchetti ha suonato un pianoforte grancoda Fazioli modello f278 n. 1335 “mago merlino”, accordatori Domizio Nardin e Antoine Dubay. In copertina e all’interno del booklet una serie di scatti fotografici di Luca D’Agostino ritraggono l’interprete e il pianista durante le session di registrazione all’interno della fabbrica Fazioli.

Lillo Portera


Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 31 – Giugno 2017.

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