EPOCA
Il nuovo album di Mariella Nava
di Andrea Pardo
La cantautrice tarantina Mariella Nava torna con Epoca (Calycanthus, Suoni dall’Italia), un nuovo album di inediti che giunge a ben trent’anni di distanza dal primo 45 giri Fai piano, presentato al Festival di Sanremo del 1987. Già nel titolo – di respiro ampio e corale (in cui sembra riecheggiare quello del disco precedente Tempo mosso) – è denunciata l’esigenza di fotografare una contemporaneità fuggevole, transitoria, sempre più incline alla distrazione o peggio all’indifferenza. Con Epoca Mariella Nava traccia anche il bilancio di una carriera costruita anno dopo anno con impegno, caparbietà, ispirazione, e soprattutto con grande rispetto verso la musica (quella vera, quella che non si regala alla facilità del primo ascolto). Lo sguardo al passato, qua e là rievocato nell’arrangiamento dei brani attraverso diverse suggestioni sonore, non si traduce in un’operazione nostalgia ma al contrario si proietta con rinnovata energia verso il futuro. Epoca, nei testi come nelle partiture, è un disco assolutamente contemporaneo, calato nelle problematiche e nelle contraddizioni del presente.
Anticipato dai singoli Prima di noi due e Il nostro correre questo nuovo lavoro di Mariella Nava si apre con il brano che dà il titolo all’album: Ma tu dimmi che epoca è, pubblicata così su una bacheca. Ma la vita reale dov’è? Ce l’hai messa già su un’ipoteca? […] tutti persi in frenetici click, ci guardiamo ormai distrattamente… – una disamina attenta e partecipe di questo nostro tempo digitalizzato, scandito dal tocco inconsistente del touch e dall’apprezzamento futile del like. Seconda traccia è Lo scontrino (un’arte), che tratta della sempre più diffusa disonestà di casa nostra, allestita con un dichiarato omaggio allo stile di De André (…Ma questo Paese meraviglioso, mi piange il cuore vederlo affogare. Non è mai stato così inoperoso, scuro nel volto e così inospitale). In Cielo rosso, canzone amara, elargisce una carezza alla città di Taranto, e più in generale al cuore malato del Sud: …perché ti sono figlia e di salvarti ho voglia. Nei testi, corposi, articolati, talvolta prolissi, Mariella concentra e palesa la sua urgenza di dire, di raccontare, di testimoniare. I temi, come in ogni lavoro della cantautrice, spaziano dall’amore all’impegno civile, mossi da un’ispirazione sempre vigile e partecipe. Non mancano le atmosfere sognanti e naif, come quelle del brano Ogni artista ha un cappello, un delicato acquerello musicale che si sofferma su un diffuso vezzo d’artista. Nel booklet il testo del brano è preceduto da un aforisma di Oscar Wilde: «L’arte è l’unica cosa seria al mondo. E l’artista è l’unica persona che non è mai seria».
Particolarmente elaborata la stesura dei testi, qua e là puntellati da rime insolite e coraggiose. Bellissimo è senza dubbio la perla del disco, di potente suggestione, una delle pagine più riuscite della nuova produzione della cantautrice, un brano che per la sua intensità è avvicinabile a Immagina, capolavoro del 1992 (contenuto nell’album Mendicante); il brano è dedicato ai viaggi della speranza, in questo caso a quelli intrapresi dai bambini, sospesi tra il sogno e la tempesta. Una traccia di forte presa è Il nostro correre, un’efficace istantanea sui movimenti e gli eterni ritorni della vita. Altri momenti interessanti sono La ferita e Pensa l’emozione. Un sound che ammicca alla disco anni Settanta caratterizza Prima di noi due, il brano più radiofonico dell’album (in coda è presente una breve ghost-track in cui Mariella rievoca il ricordo indelebile di una persona cara). Epoca si chiude con La città dei giusti, un omaggio a quei valorosi cittadini di Campagna (Salerno) che, negli anni della seconda guerra mondiale, salvarono tanti ebrei rinchiusi in un convento convertito in luogo di prigionia. Con questo tredicesimo album in studio, Mariella Nava si riconferma cantautrice a tutto tondo, testimone attenta di questi tempi magri e confusi, difficili anche per l’industria musicale (per buona parte abbandonata a se stessa).
Il messaggio di fondo di questo nuovo lavoro è racchiuso in una citazione di Erich Fromm riportata significativamente sul retro copertina: «Ognuno di noi ha il compito di far nascere se stesso.» Epoca è stato registrato tra il marzo 2014 e il dicembre 2016 presso lo Studio Libero in Sant’Angelo Romano. Oltre agli arrangiamenti, di respiro eclettico pur se legati a certi canoni della tradizione cantautorale, Mariella scrive e dirige anche tutta la sessione archi (registrata con la Lead Strings Orchestra). Alla produzione Antonio Coggio, storico collaboratore della Nava. Molto curato il libretto interno, con grafiche di Lorenzo Marini Group e fotografie di Gianni Franzo.
Andrea Pardo
Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 30 – Marzo 2017.
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