…È PARTUTO ‘O JAMMONE
Teresa De Sio interpreta Pino Daniele
di Lillo Portera / Discografia a cura di Massimo Pignataro
La scomparsa prematura di Pino Daniele ha lasciato un vuoto profondo nel panorama cantautorale italiano. La sua eredità artistica è materia viva per chi è cresciuto con la sua musica e per chi, per ragioni d’anagrafe, lo sta scoprendo solo ora (e va da sé che l’ammirazione e la stima dei fan fa il paio con quella di molti colleghi). Un homage a tutto tondo, accorato e partecipe: è questo che la cantautrice Teresa De Sio, collega ma soprattutto amica, ha voluto dedicare alla memoria di Pino. Teresa canta Pino è molto più che un tributo, è l’incontro tra due mostri sacri della musica: il gallo e la gallina (ossia il re e la regina), come venivano appellati nei gloriosi anni Ottanta. Al di là dell’ironia, nella tradizione allegorica il gallo è quello che nei secoli ha svegliato il mondo con il suo canto (per traslato l’artista è colui che sveglia le anime delle persone, riscattandole dal torpore). Ecco svelato il significato dell’immagine di copertina, realizzata dall’illustratore Raffaele Matteucci. Il disco, distribuito dalla Universal, è stato prodotto dalla stessa De Sio con la collaborazione di Luisa Pistoia e Carlo Gavaudan. Il progetto è stato sostenuto dalla Campania Music Commission e dalla famiglia Daniele. Agli arrangiamenti e alla produzione il chitarrista Sasà Flauto. Un disco devozionale, così lo ha definito, con umiltà, la cantautrice, mirato a restituire tutte le sfaccettature della figura di Daniele. Dopo una full immersion nel vasto repertorio del collega, Teresa ha individuato quindici brani, tra ballad (come Viento, interpretata con struggente intensità) e pezzi più grintosi (come O Scarrafone, Je so’ pazzo o Fatte na’ pizza). Nell’interpretarli la De Sio, che non ha sacrificato nulla della sua impronta stilistica, ha attuato una mediazione tra la propria sensibilità e quella di Daniele. L’unico pezzo in italiano è Un angolo di cielo, in duetto con Niccolò Fabi. In Quanno chiove Teresa ha fuso in studio la sua voce con quella di Daniele, rievocando gli ultimi concerti insieme presso il Palapartenope di Napoli nel 2014; dopo lungo tempo infatti i due si erano riavvicinati e stavano progettando nuove collaborazioni. Il disco si chiude con Napule è, condivisa con un coro di giovanissimi, idealmente restituita al pubblico. Perla del disco è ‘O Jammone (ossia il capo, il boss), scritta dalla De Sio in onore di Daniele: È partuto ‘o jammone, se n’è ghiuto all’America, chi s’o fosse mai pensato ajere, chi s’o fosse mai creruto…
Teresa ha mosso i primi passi come attrice teatrale. Il suo ingresso nella musica è avvenuto per puro caso in seguito all’incontro a Torino con il musicista Eugenio Bennato. Affascinato dal timbro particolarissimo della sua voce, Bennato la convince a unirsi ai Musicanova, che suonavano musica tradizionale popolare napoletana. Tra il ’76 e il ’79 questa collaborazione confluisce negli album Garofano d’ammore, Musicanova e Quanno turnammo a nascere; nel ’78 è solista nell’album Villanelle popolaresche del ‘500, scandito da forti atmosfere folk. Con Sulla Terra sulla Luna (1980) Teresa inaugura il suo percorso cantautorale e si impone subito all’attenzione della scena nazionale. Tra le tracce dell’album la bellissima ‘O sole se ne va e Nanninella, scritta da Pino Daniele. Il grande successo arriva nel 1982 con l’album Teresa De Sio, contenente le hit Voglia ‘e turnà e Aumm aumm, e capolavori come Pianoforte e voce e Marzo. L’anno dopo è la volta di Tre, diviso tra brani più leggeri come Ariò e altri più intimi come Oggi o dimane. Seguono Africana (1985), Toledo e Regina (1986) e il bellissimo Sindarella Suite del 1988 (realizzato con la collaborazione di Brian Eno). Negli anni Novanta, sempre mediando nei testi tra italiano e napoletano, Teresa realizza gli album Ombre rosse, La mappa del nuovo mondo e Un libero cercare, in cui brillano brani come La vita così è, Anima linda e Non c’è ragione.

Sempre autrice della sua musica, salvo rare eccezioni, ha individuato fin da subito, affinandolo nel tempo, un linguaggio proprio, legato ai suoni della terra d’origine ma puntualmente rielaborato alla luce di un’ispirazione sempre vigile e partecipe. Alla fine degli anni Novanta si avvicina alla musica popolare pugliese della taranta e realizza lo spettacolo Craj. Nel ’99 partecipa al progetto La notte del Dio che balla, incidendo una Pizzica tarantata. Quello tra la cantautrice e il Sud è un rapporto che si fa sempre più profondo, teso sia al recupero di certa tradizione mediterranea che alla formulazione di nuove contaminazioni; nascono così gli album in studio A Sud! A Sud! (2004) e Sacco e fuoco (2007), e il progetto del 2008 Riddim a Sud. L’ultimo album di inediti è Tutto cambia, pubblicato nel 2011. Negli ultimi anni la De Sio si è cimentata anche in due interessanti prove letterarie: Metti il diavolo a ballare e L’attentissima (entrambe per Einaudi), che confermano le sue qualità autorali. Dopo l’homage a Pino Daniele, Teresa è attualmente al lavoro per un nuovo album di inediti.
Lillo Portera
Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 30 – Marzo 2017.
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