IL BELLISSIMO LIBERTINO | Torsten The Beautiful Libertine | Il nuovo album di Andy Bell

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IL BELLISSIMO LIBERTINO

Torsten The Beautiful Libertine / Il nuovo album di Andy Bell 

di Lillo Portera / discografia a cura di Massimo Pignataro

(Su Amedit n. 28 – Settembre 2016)

 

Con l’ambizioso progetto Torsten il cantante inglese Andy Bell – storico leader del duo synth-pop Erasure – ha inaugurato nel 2014 una nuova fase della sua carriera. Il concept si snoda in due album, realizzati entrambi per l’etichetta SFE (Strike Force Entertainment): Torsten The Bareback Saint (presentato nel 2014 all’Edimburgh Festival Fringe) e Torsten The Beautiful Libertine (uscito il 4 marzo 2016). Autore dei testi e ideatore originario del progetto è Barney Ashton, che ha dichiarato di aver forgiato fin dall’inizio la scrittura di Torsten sulla figura e sulla vocalità di Andy Bell. Quest’ultimo, visionate le prime bozze, si è subito innamorato del progetto, prendendovi parte attiva nel laborioso processo di ottimizzazione. Tutte le musiche portano la firma di Christopher Frost, curatore di tutti gli arrangiamenti; in alcune tracce Frost si è avvalso della collaborazione di Simon Bayliss, Jared Hawkes e Mike Allison. Intorno a Torsten ruota un’operazione al contempo musicale e teatrale. La definizione che Andy Bell ne ha dato è: «a theatrical pop song-cycle of musical postcards from the hotspots of memory, from a semi-immortal polysexual sensualist’s life.», ossia un ciclo di canzoni d’impostazione teatrale, cartoline musicali attinte dalla memoria recondita di un semi-immortale polisessuale. Torsten non è un personaggio reale ma un archetipo, una personificazione ora pregnante ora impalpabile. Sappiamo poco di lui, a parte la sua data di nascita: il 1906. È il “santo senza protezioni”, il “bellissimo libertino” che ha sacrificato la sua vita sull’altare del piacere.

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Nelle note introduttive del booklet di Torsten The Bareback Saint è Torsten stesso a fornire vaghi ragguagli sulla sua identità: «I may be a carnal incarnate or the immanent unseen», ossia: Io potrei essere o un’incarnazione carnale o un’immanenza invisibile. Torsten avverte inoltre di non cercare una “narrazione consequenziale”, poiché i singoli brani, pur se legati da un concept, hanno vita autonoma. 39 tracce complessive: un itinerario composito che come leit motiv segue un approccio musicale in stile cabaret, aperto di volta in volta ora a contaminazioni più elettroniche, ora a quelle più acustiche (e non mancano, a sorpresa, le incursioni nella dance). Andy Bell, più che mai calato nel ruolo di questo redivivo e impunito Dorian Gray, sfodera una voce assolutamente superba. I due capitoli del Torsten si completano, ma è forse più nel secondo che compaiono i brani migliori: This town need Jesus, Blow jobs for cocaine, Photos of Daniel, I am the boy who smiled at you e la delicatissima I’m your lover. Torsten conduce un’esistenza solitaria e infelice, ma ha amato e ama ancora, nonostante tutto. Ha amato uomini e donne, indistintamente, senza censure. È agito dal demone del sesso, nel bene e nel male, e non può che condurre una vita sempre in bilico tra il delirio e la pacificazione.

Alla domanda di un giornalista se Torsten troverà mai il vero amore, il suo alter ego Andy ha risposto: «Questo non lo so, ma lo spero. Anche se credo che lui abbia bisogno di incontrare un vampiro!» Tra i brani più smaccatamente pop dell’album segnaliamo We were singing along to Liza, My precious one e la divertente Ooh baby, you’re so Queercore!, in duetto con la drag Lana Pillay). Punta di diamante del disco è la seconda traccia, Beautiful Libertine, penalizzata forse dalle strofe troppo lunghe, ma con un ritornello davvero intrigante. Di Torsten The Bareback Saint segnaliamo invece World without end (già proposta in un’altra versione da Lana Pillay nell’album Pillaydium), Aflame, Mr. Average, Teacher! Teacher!, Weston-Super-Mare e le suggestive Tell me the story of your poverty e Fountain of youth (quest’ultima realizzata anche su 45 giri in edizione limitata). Torsten rievoca incontri e ne stabilisce di nuovi, si muove di storia in storia, di letto in letto, tra malinconia e leggerezza. Scorrono così i brani This gay thing isn’t working, Vagina, Mobile fucked e The boy from the sauna, come pagine di un vissuto che da individuale si fa corale.

La componente autobiografica c’è, indubbiamente, ma travalica il singolo aneddoto narrato assestandosi su un piano esperienziale più simbolico. Di entrambi gli album sono state realizzate anche due versioni remixate, intitolate Variance I e Variance II (con extra tracks, extended e alternative versions). The Bareback Saint e The Beautiful Libertine segnano una svolta nella carriera musicale di Andy Bell, che parallelamente porta avanti con Vince Clarke anche il progetto Erasure. Due dischi insoliti, accattivanti nelle tematiche come negli arrangiamenti, ma sostenuti soprattutto da un’interpretazione ispirata e partecipe. La voce di Andy Bell, corposa e atmosferica, qui dà il meglio di sé.

Lillo Portera

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amedit_settembre_2016_preciousQuesto articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 28 – Settembre 2016.

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