MAESTRO STROMAE | Racine carrée | nuovo album di Stromae

stromaebannerdi Marina Montesano

 

Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles

Stromae, Tous Les Mêmes

stromae1Il pubblico italiano (almeno quello dedito al guilty pleasure festivaliero) potrebbe averlo scoperto a Sanremo 2014 oppure nelle giornate successive, visto il clamore suscitato dalla sua performance nella stampa, ma in Francia, nella Svizzera francofona e nel nativo Belgio, Stromae (al secolo Paul Van Haver) è già una star. Il suo secondo album in studio, Racine Carrée (radice quadrata), viene distribuito adesso da noi, a circa sei mesi dall’uscita originaria e cogliamo quindi l’occasione per parlarne, cominciando con lo sgomberare il campo da un malinteso che abbiamo visto ricorrere con frequenza nei media italiani: Stromae è un artista belga, nato (nel 1985) e cresciuto nel plat pays (come cantava memorabilmente Jacques Brel), senza quelle radici africane che molti sembrano volergli attribuire per il fatto che il padre, quasi mai visto e morto nel 1994, era di nazionalità rwandese. Il fatto che in alcune canzoni di Paul/Stromae si sentano echi di hip-hop e musiche afro dipende dal fatto che questo è oggi il linguaggio delle periferie europee, a prescindere da colori ed etnie. Le più forti tensioni intracomunitarie che il giovane Stromae deve aver sentito non sono dunque fra tutsi e hutu, quanto piuttosto quelle di un fiammingo cresciuto nel Belgio francofono: una questione non di poco conto, al quale il nostro ha accennato in un paio di canzoni. Dopo aver studiato musica e ingegneria del suono, Paul ha esordito negli ambienti dell’hip-hop belga con il nome di “Opmaestro”, più tardi abbandonato per il più efficace Stromae: inversione sillabica di Maestro, un procedimento linguistico tipico nel rap francofono, detto verlan.

srtomae2Ma il suo esordio di peso avviene soltanto nel 2009 con un singolo, Alors On Dance, rapidamente divenuto un tormentone internazionale, ‘premiato’ persino da un trascinante remix di Kanye West. Il brano ha fatto da apripista all’album Cheese, uscito l’anno successivo, che annovera altre canzoni di valore (come Te Quiero, Peace Or Violence e House’llelujah); il disco viaggia su atmosfere electro-pop molto anni ’80, con suoni simpaticamente cheap, visto che l’allora sconosciuto ragazzo belga l’ha registrato praticamente a casa. Stromae è senza dubbio quel che si dice un animale da palcoscenico, perfettamente a suo agio sotto un occhio di bue e di fronte a una platea, e nonostante la giovane età e la carriera ancora acerba domina già la scena con sicura e carismatica maestria (sul palco del festival di Sanremo si è finto ubriaco nell’interpretazione di Formidable, e in moltissimi ci sono cascati; negli studi di “Che tempo che fa” ha riproposto magistralmente la coreografia del videoclip Tous Les Mêmes, vestendo al contempo identità maschile e femminile). Alto, segaligno, snodato nei movimenti e dotato di una straordinaria mimica facciale, Stromae è un performer a tutto tondo, di volta in volta calato nel ruolo designato dal brano; a questa malleabilità corrisponde una voce altrettanto espressiva, pronta a piegarsi in una timbrica teatrale e trasformista. L’ingegno non manca a Stromae: i suoi dischi sono accompagnati da una particolare campagna su youtube (le stromae-pagecosiddette “lezioni di Stromae”, che contano milioni di visitatori) nella quale insegna a fabbricare una hit e intanto propone le nuove canzoni; ma con Racine Carrée si viaggia ormai su territori molto più audaci: l’ispirazione dance è mantenuta (a partire dall’iniziale Ta fête o dalla bellissima Bâtard), ma a essa si associano i richiami afro di Papaoutai e di Moules Frites, quelli rap della conclusiva Avf, quelli morna per celebrare Cesaria Evora (Ave Cesaria: difficile trovare un omaggio nel quale si richiama la bruttezza dell’omaggiata), quelli alla chanson (Tous Les Mêmes), magari con una strizzatina d’occhio al grande cantautore francese Jacques Brel (Formidable), e persino una rivisitazione, nel testo oltre che nella musica, della Carmen (l’omonima Carmen). Il tutto plasmato da una voce profonda, da una scrittura ispirata e da una sensibilità pop fuori dal comune, che fanno di Racine Carrée un disco unico nel panorama europeo.

Marina Montesano

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AMEDIT MAGAZINE, n. 18 – Marzo 2014. Cover "Senex" by Iano

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