LA BEFANA E IL BAMBINO DEI CAVOLFIORI

bambinello1di Redazione Amedit

La festa dell’Epifania a Palagonia (CT) è stata all’insegna del recupero di un’antica tradizione, da diversi decenni caduta in disuso: U Bamminu de Sciuruni, ovvero il Bambino dei Cavolfiori, oggi ribattezzata anche come Festa del Dono. Una curiosa manifestazione che ricalca e in qualche modo prefigura la ben più nota rappresentazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme per la Domenica delle Palme e che vede un ruolo di assoluti protagonisti proprio nei cavolfiori viola di Sicilia.

cavolfiori1Non si conosce l’origine di questo particolare rito, peraltro poco diffuso altrove; di esso se ne tramanda solo la memoria nei racconti degli anziani, una memoria che però si limita solo a fornirne una scarna descrizione senza nulla aggiungere sulle sue origini o sull’interpretazione che ne veniva data in passato. Non disponiamo di documenti o di una qualche testimonianza scritta che ci informi circa la sua datazione o sul perché si sia affermato il bizzarro  accostamento della figura del Cristo fanciullo con i cavolfiori nel giorno in cui se ne celebra l’Epifania e si rievoca l’adorazione dei Re Magi. Essendo il cavolfiore un alimento povero e generalmente ritenuto di poco conto, la sua presenza nella ricorrenza dell’Epifania potrebbe stare a significare proprio l’inizio di un periodo di magra, dopo i bagordi delle festività natalizie.

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Si ricordi in tal proposito l’antico detto popolare “Dopo a Bifana u friddu e ‘a fami” (dopo la Befana il freddo e la fame).

Il ripristino di questa tradizione rientra nel solco di un generale recupero a Palagonia di tutto quell’apparato di usi, costumi e riti che si erano gradualmente affievoliti e in taluni casi del tutto estinti, in pieno fervore da un po’ di tempo a questa parte, e che ha fatto registrare negli ultimi due anni un inaspettato rinvigorimento delle antiche tradizioni locali, cui si accompagna un ampio ed eterogeneo coinvolgimento cittadino.

remagi

A fare da promotori ci sono ancora una volta i componenti delle ricostituite tre confraternite cittadine, in particolare la Congregazione delle Anime Sante del Purgatorio con sede nell’antica chiesa di San Nicola.

La mattina del 6 gennaio un nutrito numero di fedeli si è radunato presso la piccola cappella della Madonna di Belverde, recentemente riaperta al culto, per accompagnare la pittoresca processione: un fanciullo di bianco vestito con in mano una croce, a dorso di un mulo; a precederlo tre uomini vestiti da Re Magi ciascuno con in mano il relativo dono (oro, incenso, mirra); quindi un lungo corteo di uomini, donne e bambini con in mano dei rigogliosi cavolfiori viola, aventi il lungo gambo avvolto in carta stagnola; in testa due giovani suonatori di tamburi.

confraternitaLa processione, accompagnata dai membri della confraternita, dal parroco don Piero Sortino e dall’Amministrazione Comunale si è dunque snodata lungo la via Garibaldi per raggiungere la piazza Garibaldi (in passato la processione aveva come meta la chiesa Madre), ove si è tenuta una celebrazione eucaristica all’aperto davanti alla chiesa Maria SS.ma di Trapani, a conclusione della quale il parroco ha effettuato il rito di benedizione dei cavolfiori, deposti ai piedi dell’altare attorno a un piccolo Bambinello in gesso.

piazza

Per l’occasione nella piazza sono stati allestiti alcuni stand gastronomici presso i quali tutti i presenti hanno potuto degustare varie preparazioni culinarie a base di cavolfiori. Ad intrattenere i tanti bambini presenti ci ha pensato la Befana che si aggirava, accompagnata da un gruppo di animazione in maschere disneyane, tra i vari stand, dando un’ulteriore nota di colore.

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Pienamente soddisfatti i promotori dell’iniziativa, i quali, forti anche dell’ampio consenso da parte della cittadinanza, si impegnano a riproporla negli anni a venire.

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CENNI STORICI SUL CAVOLFIORE

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Il cavolo (Brassica oleracea) era noto già nell’antichità per le sue qualità sia nutritive che officinali. Molti metodi curativi includevano infatti i cavolfiori, la cui azione terapeutica è stata peraltro ampiamente confermata dalle più recenti analisi. Già ritenuto sacro dagli antichi greci, nel III e II secolo a.C. Catone il Vecchio lo considerava una panacea. Nel I secolo d. C. il naturalista Plinio, riteneva la pianta del cavolo miracolosa tanto da aver dispensato i Romani dal fare ricorso ai medici per ben sei secoli. Presso i Romani, infatti, questo prodigioso ortaggio veniva utilizzato per curare svariate malattie, ad esempio le foglie pestate venivano utilizzate nel medicamento di ulcerazioni e ferite, inoltre lo consumavano stand2crudo, prima dei banchetti, per aiutare l’organismo ad assorbire meglio l’alcool in quanto preservava dalle ubriacature, ragion per cui, dopo aver mangiato del cavolo si poteva bere a volontà. Questa credenza trae probabilmente origine da un racconto mitologico: Licurgo, re della Tracia, distrusse le viti di Bacco che, per punirlo, lo legò alla vite. Dalle lacrime di Licurgo nacquero le piante del cavolo. Questo mito riecheggia anche in una leggenda contadina secondo la quale tra il cavolo e la vite ci sia inimicizia, tanto che, se si piantasse il cavolo vicino alla vite, questa miracolosamente si sposterebbe. Ma la più diffusa delle leggende, forse ispirata dalla forma dell’ortaggio che ricorda un po’ l’utero, è certamente quella
secondo cui i bambini nascono sotto i cavoli; altre credenze popolari ritenevano che un decotto di cavolo facesse espellere i feti morti, facendo quindi assumere all’ortaggio anche un significato funebre. Il cavolo è anche identificato come simbolo di fertilità e di rinascita; lo ritroviamo inoltre protagonista di molte fiabe dove viene designato come traghettatore di anime o come la scala per accedere al regno dei cieli. La presenza del cavolo nelle mense ha attraversato non di meno tutte le epoche storiche, sebbene sia stato considerato per lungo tempo un cibo povero e di scarso valore, preparato nei giorni di magro. Il suo consumo è stato sempre e comunque incentivato dalle svariate proprietà terapeutiche: nel ‘500 veniva usato come lassativo, il suo succo unito al miele era ritenuto ideale per la cura della raucedine e della tosse; presso le popolazioni marinare, il cavolo (assieme alla cipolla) era l’alimento tipico degli equipaggi navali, utilizzato per compensare le diete necessariamente povere durante i viaggi per mare. Nel ‘600 il brodo di cavolo era raccomandato in tutte le affezioni polmonari.

PROPRIETA’ NUTRITIVE E TERAPEUTICHE

2011_08_Stunning_Colored_Cauliflowers-007Ricco di vitamine e sali minerali, il cavolfiore è un alimento sano ed equilibrato, essenziale in ogni tipo di dieta. La presenza di Calcio, Potassio, Zolfo, Iodio, Ferro e Fosforo, nonché di vitamine A, B1, B2, C, K, PP e Acido Folico, rende questo ortaggio molto benefico ed energetico. A basso contenuto calorico, ha infatti solo 25 calorie per 100 grammi, risulta ottimo anche durante le diete dimagranti, ma è consigliabile un uso moderato per chi ha problemi di colon irritabile, infatti grandi quantità di cavolfiore possono provocare gonfiore e problemi gastrointestinali. Le azioni benefiche sono innumerevoli, prima fra tutte il rafforzamento delle difese immunitarie, vista l’abbondante presenza vitaminica. Recenti ricerche hanno confermato la sua azione positiva contro il colesterolo e l’insorgere del cancro, possono inoltre essere annoverati i suoi poteri antinfiammatori, antiossidanti, antibatterici e antiscorbuto. Celebre la sua azione rimineralizzante e depurativa, non contiene glutine e può essere tranquillamente consumato anche dai diabetici. La clorofilla contenuta nel cavolo verde rinforza la produzione di emoglobina ed è dunque molto utile a chi soffre di anemia.

Come tutti gli ortaggi, perde parte dei suoi contenuti durante la cottura, è quindi preferibile consumarlo crudo, ad ogni modo la sua acqua di cottura può essere usata a scopi terapeutici, risulta di fatto efficace contro eczemi ed infiammazioni generiche. Bere o assumere succo di cavolo ha azioni benefiche per l’organismo e in modo particolare: uno o due bicchieri al giorno aiutano l’organismo a combattere l’affaticamento, il diabete, l’influenza, l’anemia, la depressione e il nervosismo. Due o tre bicchieri al giorno contro l’ulcera gastrica e la gastrite. Qualche goccia di succo fresco di cavolo negli occhi aiuta a guarire le irritazioni. Succo di cavolo con miele, sia ingerito che usato per gargarismi, serve a curare l’afonia.

viola di cataniaIL CAVOLFIORE VIOLETTO DI SICILIA

Si tratta di una varietà, ancora poco conosciuta sul mercato, che presenta un accattivante colore rosso intenso-violaceo derivante da una serie di selezioni del Violetto, ecotipo di cavolfiore siciliano. Il colore viola è dato dalla presenza di antociani, ossia dei composti poliaromatici poliossidrilati in grado di reagire con gli ossidanti quali l’ossigeno molecolare e i radicali liberi, riducendo così i danni che queste molecole possono provocare alle cellule ed ai tessuti. Sembra tra l’altro che rechi benefici pure contro la fragilità capillare e contro vari processi di invecchiamento o modificazioni cellulari provocati dall’ossigeno, tra cui processi infiammatori e modificazioni cancerogene. Un mix di sostanze benefiche che potrebbero proteggere anche dai tumori. Tra tutte le varietà presenti sul mercato, il Violetto di Sicilia è certamente quello più pregiato e che detiene il maggior numero di proprietà nutritive.

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Foto da: Congregazione del Purgatorio – Palagonia

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