IL RITORNO DI ALICE Samsara, nuovo album in studio

di Marco Genti

 

Finalmente dopo 14 anni esce un nuovo album di Alice (non sono però mancati progetti cantautorali, quali l’album “Viaggio in Italia” del 2003, ed il recital “Lungo la strada”, del 2009, unico lavoro nella dimensione live della sua lunga carriera): una boccata di ossigeno che ritempra l’anima, nel triste panorama della musica italiana di questi ultimi tempi; infatti l’ultimo lavoro di inediti dell’artista è stato, nel 1998, quel piccolo gioiello, “Exit”, che conteneva la bellissima “Open your eyes”, cantata in coppia con Skye dei Morcheeba. Il nuovo album, “Samsara” che in lingua sanscrita significa “oceano dell’esistenza”, si avvale della collaborazione di Tiziano Ferro, autore tra i più prolifici della nuova leva cantautorale, che per Alice ha scritto due brani, “Nata ieri”, canzone intimista che racconta la fine di un rapporto sentimentale e “Cambio casa”. Mino De Martino (chi non lo ricorda all’interno del gruppo “I Giganti”, che tanto successo ebbe negli anni ’60?) ha composto quattro brani, tra i quali “Morire d’amore”, dedicato alla figura di Giovanna D’Arco ed alla sua passione religiosa, e “Come il mare”, dove duetta con la stessa Alice su espressa richiesta della cantante: si tratta di una piccola perla nata, come spiega l’autore, per una pièce teatrale a due voci da un connubio di poesie di Rimbaud e Verlaine. Non manca l’amico e collaboratore Franco Battiato, che con Manlio Sgalambro ha composto la struggente “Eri con me”. Nell’album sono presenti alcuni omaggi musicali ad artisti scomparsi recentemente: dell’amica Giuni Russo riprende “A ‘cchiù bbella”, poesia di Totò già incisa da Giuni per un album di canzoni napoletane e dalla stessa Alice nel live “Lungo la strada”; altro omaggio quello al genio di Lucio Dalla con la magnifica “Il cielo”. È presente anche la cover di “Al mattino”, un successo del gruppo de “I Califfi” (spesso presenti nelle classifiche degli anni ’60). Presentando l’album Alice racconta che questo progetto è nato con fatica, poiché non aveva un’idea precisa di come si sarebbe sviluppato il discorso musicale, ma un po’ alla volta un’invisibile filo ha permesso di legare i vari testi ad un unico tema, l’amore, con le sue varie sfaccettature e le emozioni che esso comporta. Anche la collaborazione con Tiziano Ferro ha avuto uno sviluppo inaspettato dal momento che era previsto un solo pezzo e ne sono stati inseriti due. Un lavoro dove si respira un’atmosfera quasi mistica, un poco ombrosa come i cieli del nord, quei cieli che Alice ama molto, tanto da averli racchiusi in una canzone dal titolo omonimo, contenuta nell’album “Park Hotel”, uno dei suoi gioielli musicali. Quest’anno ricorrono i 40 anni di carriera dell’artista, cominciata nel 1972 sul palcoscenico del Festival di Sanremo, una vita musicale giunta fino ad oggi, scevra da imposizioni discografiche difficili per lei da rispettare: per questo ha scelto di autoprodursi, evitando di soccombere a decisioni di altri ed alla fretta che sempre accompagna questo business. Tornando all’album, gli arrangiamenti sono in perfetta sintonia con la cifra stilistica di Alice; la sua voce, come sempre profonda, espressiva ed incisiva, è capace di vestire ogni frase, ogni parola con quel particolare tepore che arriva subito all’anima. La produzione esecutiva dell’album è di Alice, il missaggio è stato curato da Pino Pischetola, ed è stato registrato tra Londra, Milano, Mantova e, come spiega lei, a “casa sua”. L’artworker della copertina è Andrea Morandini per Polystudio.

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