L’INEBRIANTE PROFUMO DEL GENIO. Esce Put your back N 2 IT, il secondo album di Perfume Genius

di Leone Maria Anselmi

Nato a Seattle nel 1984 Mike Hadreas, in arte Perfume Genius, è uno dei cantautori più interessanti della nuova scena musicale statunitense. Da Everett (Washington) si trasferisce a New York e comincia a comporre e a registrare la sua musica con mezzi propri. Grazie al canale di Myspace riesce presto a farsi notare dall’industria discografica, ed è la Matador Records a sostenere la pubblicazione del suo primo album Learning. Di questo lavoro d’esordio fa molto discutere il brano Mr. Peterson, che parla di un professore di liceo morto suicida per la sua pedofilia. Assolutamente da segnalare in questo disco d’esordio la struggente e malinconica Lookout, lookout. Il secondo album, Put your back N 2 IT, sempre per la Matador Records, arriva a due anni di distanza anticipato dall’altrettanto controverso singolo Hood; nel videoclip del brano Mike Hadreas si fa spazzolare i capelli e truccare da un bear (il noto pornodivo Arpad Miklos), immagini forti, intense, per alcuni forse scioccanti, ma delicatissime e assolutamente nuove. Naturalmente, com’era prevedibile, il video è stato censurato in toto su ogni emittente perché considerato non adatto alle famiglie. Al di là del videoclip, Hood è sicuramente uno dei brani più belli e riusciti di questo secondo album, ed è un po’ il manifesto tematico e stilistico della poetica di Perfume Genius. Ispirazione, talento e bellezza sono i concetti chiave che caratterizzano e connotano questa straordinaria creatura a metà strada tra un angelo e un ragazzo di vita. Raramente l’ispirazione, il talento e la bellezza convivono così felicemente in un solo sembiante. Quanto al talento – termine purtroppo abusatissimo che nel suo significato reale non ha nulla a che vedere con il fattore X delle innumerevoli corride televisive e motivo-canterine – quanto al talento, dicevamo, Mike Hadreas ne è una delle espressioni più autentiche e pure e sono sufficienti poche note a chi ha gli strumenti per intendere. Quanto alla bellezza, senza scomodare l’ideale efebico ellenico, il giovanissimo cantautore di Seattle sembra davvero uscito da un quadro di Pierre et Gilles o da un romanzo di Thomas Mann. Nella performance musicale questo felice binomio tra forma e contenuto converge in una voce nuda, acerba e disperata. I paragoni con Anthony and the Johnsons si sprecherebbero, soprattutto se ragionassimo per categorie a compartimenti stagni; certe analogie e certe similitudini sono innegabili, ma Perfume Genius con ogni evidenza appartiene a un mondo più terreno, a una realtà contemporanea più concreta.

Al di là dell’immagine, pure importante (e che tanto influenza l’atto performativo), e in questo caso fortemente connotante, la vera protagonista è la voce: sussurrata, esalata, più confidata che pronunciata, come in una lirica trattenuta nei toni di una supplica; una voce in punta di piedi, leggera, lontana, incassata nel suono come uno strumento tra gli strumenti. È la voce di un piccolo san Sebastiano con una freccia piantata nell’ugola, il canto melanconico e struggente di un sirenetto naufragato nella violenta indifferenza di una periferia. A fronte di tanta sonora spazzatura, finalmente la qualità! Tanto in Learning (2010) quanto in Put your back N 2 IT (2012) gli arrangiamenti sono minimali, talmente ridotti all’essenziale da rasentare l’estemporaneità grezza e casalinga dei provini; in fase di incisione, eludendo i rigori e le levigatezze dell’ottimizzazione, è l’ispirazione a restare in primo piano e a caratterizzare l’atmosfera del brano. In presa diretta, scongiurando i luccichii della confezione, il brano rivendica la sua natura nuda di demo, quasi si trattasse di una pagina strappata da un diario o di una confidenza sussurrata sotto voce. Niente batteria, pochissime concessioni al ritmo e alla melodia, si direbbe quasi che la musica giunga da lontano, da un piccolo pianoforte sommerso, da una giovinezza in fiore ma già perduta. Brani brevi, fuggevoli, transitori, più simili a poesie o ad appunti di viaggio che a canzoni vere e proprie. Mike Hadreas è insieme autore, esecutore e produttore del suo lavoro, con pochissimi filtri; l’impronta autorale si allarga all’art work delle copertine dove compare il leit motiv della “carta assorbente”, ora bianca ora azzurrina, carta intrisa di lacrime e sangue che tampona, copre, censura e avvolge le figure come in un sudario.

Tutta la grafica e il repertorio fotografico presenti negli album (in particolar modo nei vinili) traducono bene la patina scarna delle canzoni, ne rimarcano per così dire l’iconoclastia e l’indefinizione. Nel mese di luglio Perfume Genius sarà in Italia per due concerti (9 luglio allo Spaziale Festival di Torino, e il 10 luglio al Sexto’nplugged di Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone). Assolutamente da non perdere.

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