Il 16 dicembre del 2008 moriva, solo e dimenticato da tutti, Michele Megna. La sua intensa attività spesa al servizio dell’amata Palagonia consta di oltre 18 pubblicazioni di storia locale da lui patrocinate e distribuite gratuitamente; del recupero di tante aree degradate in cui creò spazi di verde attrezzato, della fondazione di associazioni culturali e redazioni giornalistiche formate da giovani studenti. Il senso della sua opera è racchiuso in queste sue parole: Il fanatismo politico e religioso, l’egoismo, la corsa al denaro per la libertà ci rende più poveri e bisognevoli di aiuto. È la fratellanza e la solidarietà del volontariato che deve essere la religione che muove i cuori, non i fanatismi che ci mettono gli uni contro gli altri. Eppure, nonostante l’evidente bontà del suo operato, davvero in pochi hanno saputo apprezzarlo. Con un messaggio inviato a centinaia di cittadini palagonesi e diffuso su tutta la propria rete telematica, l’Associazione Amedit ha voluto ricordare questo piccolo grande eroe, la cui figura sembra caduta nel vuoto della memoria là dove avrebbe dovuto continuare a ispirare quanti operano nel sociale. “Palagonia – si legge nel messaggio dell’Amedit – non ha saputo far tesoro dell’esempio di grande impegno civico offerto da questo suo figlio. Michele Megna rimane l’unico personaggio degno di nota che questa città abbia espresso, nonché l’unico ad essersi speso totalmente per il suo riscatto e la sua piena valorizzazione. Mancando, sia chi, come lui, metteva in risalto gli aspetti migliori della città, sia una forte componente associazionistica attiva in campo culturale, a Palagonia non rimane che una storia costituita da fatti di cronaca nera e degrado socio-culturale.” La cittadina calatina sta in effetti vivendo uno dei suoi momenti più critici, e dal punto di vista economico, e da quello socio-culturale, aggravato anche dal lungo periodo di instabilità politica. In momenti come questi occorrerebbe trarre esempio e ispirazione proprio da figure che si sono sapute distinguere come il compianto “poeta dei fiori”, che ha fatto della sua vita un dono alla collettività. L’Amedit si era fatta promotrice nel 2007 dell’istituzione dell’Albo d’Oro comunale e nel gennaio 2009 aveva chiesto l’inserimento in tale albo dei nomi dei personaggi illustri locali, tra cui quello di Michele Megna; nell’aprile 2010 aveva promosso una raccolta firme per intitolargli la Bambinopoli. Tutti propositi vanificati dal totale disinteresse dell’Amministrazione comunale. Non a caso, nel messaggio diffuso, l’Amedit conclude con un certo tono di amarezza: “Michele Megna era un “rivoluzionario” poetico e gentile; sosteneva le sue battaglie con i libri, i fiori, i versi delle sue poesie dedicate al paese natio. Egli è rimasto fino alla fine un fanciullo capace di sognare, e ricco di grandi slanci di generosità e altruismo. Peccato che i suoi “semi” siano caduti in un terreno arido e sterile. Altrove, forse, qualche fiore sarebbe nato…”.
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