Intervista al critico letterario Marco Cavalli
A cura della Redazione Amedit
Amedit stringe un sodalizio con la redazione di Altriabusi.it, e si impegna a divulgarne i contenuti su versione cartacea a partire dal prossimo numero. Ringraziamo fin da ora il critico letterario vicentino Marco Cavalli per averci concesso questa intervista e per aver stabilito con la nostra rivista un dialogo aperto e in fieri incentrato sull’opera del nostro massimo scrittore contemporaneo Aldo Busi. Amedit, in altre parole, offrirà il suo contributo a fini divulgativi, mettendo coraggiosamente nero su bianco gli interventi e gli estratti più significativi che di volta in volta animeranno la piattaforma digitale. A muoverci e a motivarci è una precisa scelta editoriale, oltre che civile, basata unicamente sulla profonda stima e ammirazione che nutriamo per lo Scrittore, e di qui il desiderio di poterla condividere con il vasto pubblico dei nostri affezionati lettori. L’opera di Busi, soprattutto in questo preciso momento storico, è più che mai patrimonio di tutti, preziosa come il testo della Costituzione, e come tale ci proponiamo di preservarla con le dovute cautele e di amplificarla il più possibile.
Come critico letterario da diversi anni ti occupi dell’opera di Busi, curando tra l’altro le postfazioni delle ristampe negli Oscar Mondadori. Che cos’è precisamente Altriabusi.it e quando è nato?
Altriabusi.it esiste da quasi tre anni. Lo ha creato un piccolo nucleo di lettori di Busi con lo scopo di divulgare su Internet l’opera dello Scrittore. Il sito dà informazioni chiare e aggiornate sulla bibliografia busiana, segnala le nuove uscite editoriali, le ristampe, e documenta nei limiti del possibile tutte le apparizioni pubbliche, televisive e non, del personaggio pubblico Aldo Busi. Tra gli obiettivi iniziali c’era quello di accendere un dibattito sulla letteratura di Busi, una discussione antiaccademica tra lettori non professionali di ogni età e area sociale – ma questa era una speranza soprattutto mia personale, rivelatasi ben presto campata in aria. Gli internettiani hanno scarsa familiarità con la parola scritta, e nessuna con il testo letterario. Per fortuna fin dai nostri esordi Aldo Busi ci ha regalato una quantità di testi inediti anche non brevi, in particolare sms da lui scritti. (Sto parlando di sms scritti da Busi, cioè di testi che nascono pubblici pur avendo un destinatario reale e individuale.) Ce li ha dati sempre gratis e a sua discrezione, il che ha voluto dire in gran copia. La generosità di Busi non è un fatto nuovo, ed è pari alla severità con cui lo Scrittore ci segue. Beninteso, la redazione non si è mai illusa sulla continuità di queste erogazioni, che potrebbero interrompersi da un giorno all’altro. Il sito ha preso forma sull’accumulo progressivo degli sms e dei commenti che suscitavano. Col tempo tutto questo materiale è stato suddiviso, classificato, ordinato. Poi l’anno scorso Busi ha deciso di partecipare al programma “L’Isola dei Famosi” uscendone in anticipo nel modo clamoroso che tutti ricordano. In quell’occasione Altriabusi.it si è ritrovato a svolgere per la prima volta un ruolo attivo di controinformazione, allorché i media han preso a far circolare impunemente in rete insinuazioni di pedofilia rivolte allo Scrittore approfittando della sua impossibilità momentanea a smentirle. Da allora, ovvero dall’aprile del 2010, il sito ha cominciato a esistere anche per le principali agenzie di informazione, che non lo perdono d’occhio, a giudicare dai servizi d’apertura dei quotidiani nazionali e dai corsivi degli editorialisti di grido. Anche se non lo riconoscono, gli uni e gli altri attingono a piene mani da riflessioni e ragionamenti che Busi va pubblicando su Altriabusi.it.
Qual è il bilancio di questi anni di attività? Siete soddisfatti del successo che il sito sta ottenendo?
Durante questi anni Altriabusi.it si è mantenuto fedele al suo profilo grafico disadorno e alla sua natura indipendente: nessuna inserzione pubblicitaria di alcun tipo, nessun tentativo di accalappiare un’utenza più vasta. I visitatori continuano ad aumentare, ce ne sono di assidui che commentano con regolarità ogni nuovo post, tanto che ormai la redazione li considera dei collaboratori in pianta stabile. Non per questo beneficiano di sconti, anzi. In un certo senso, ogni crescita di popolarità comporta per noi un pericolo di scadimento. Siamo su Internet, dove è molto difficile, per esempio, far passare il concetto che Altriabusi.it si occupa dell’opera di Busi, e non di Busi. In troppi si ostinano a scriverci con il proposito più o meno cosciente di comunicare con lo Scrittore. Non mi riferisco ai pazzoidi che imperversano nel web: parliamo di una percentuale notevole di gente anche istruita che invia commenti sagaci, apprezzati in primis da Busi. Ma talvolta qualcuno di questi qua bravi esce dal seminato o va via di testa mettendo a nudo strati morenici di permalosità e megalomania, cioè di provincialismo italiano. È l’effetto che fanno i testi di Busi: non basta apprezzarli per essere automaticamente in grado di scriverne. Inoltre, quasi tutti i commentatori si credono a torto o a ragione dei busiani, il che è una contraddizione in termini. Lo è specialmente quando, come capita spesso, ciascun busiano giudica tutti gli altri degli eretici o degli impostori e viene da loro confinato nella medesima categoria. La redazione cerca di scoraggiare quest’ottica da fanzine e da piccolo clan, così come si sforza di cadenzare testi e commenti attendendo lo spunto opportuno, il richiamo di attualità che fa al caso.
Quali sono le novità, se ce ne sono, che avete in preparazione?
Stiamo per pubblicare una serie di filmati contenenti ciascuno il brano di un’opera di Busi letto ad alta voce. Ne sono già apparsi quattro, sperimentali. Sono video di una sobrietà spietata ma funzionale: l’unica immagine riprodotta è quella della copertina del libro di cui è possibile ascoltare il brano. Le voci sono di lettori comuni ma anche di attori e doppiatori che ammirando Busi si sono prestati gratuitamente. L’iniziativa nasce per pubblicizzare i libri di Busi e soprattutto per porre un freno al loro boicottaggio a opera della distribuzione editoriale. Abbiamo accertato infatti (ma la constatazione è di lunga data) che dei quaranta titoli di cui si compone il corpus busiano, di realmente reperibili in tempi non bisestili ce n’è una mezza dozzina appena; a scaffale, poi, se ne trovano di meno, e sempre gli stessi: Seminario sulla gioventù, il Manuale della perfetta Umanità, Sentire le donne, Aaa! – gli ultimi tre perché editi o riediti di recente. Non sappiamo e forse non sapremo mai se questo boicottaggio è doloso e quanto dietro di esso vi sia lo zampino della Mondadori; di sicuro c’è che la Mondadori ha fatto pochissimo per porvi rimedio. Del resto, a voler esaminare la situazione politica, si potrebbe azzardare che Mondadori ha uguale interesse sia a stampare il catalogo di Busi sia ad ostacolarne la diffusione; stampare Busi è forse il sistema migliore per controllarne la circolazione, e dal controllare al tenere in ostaggio il passo è breve. Le cose stanno così, ma non solo. Secondo la redazione di Altriabusi.it, i maggiori responsabili di questo disservizio sono i lettori, i quali non insorgono, non fanno causa comune, sembrano rassegnati al peggio neanche fosse inevitabile. Evidentemente sono lettori di Busi come lo sarebbero di Benni e di Baricco, che se anche non ci fossero farebbe lo stesso. Invece Busi bisogna guadagnarselo, non è sufficiente che ci sia o ci sia stato. Senza qualcuno che lo voglia leggere e che sia disposto a sgomitare per leggerlo, non si arriva ai suoi libri nemmeno se li si ha già in casa.
Di Marco Cavalli segnaliamo: Dritte per l’aspirante artista (televisivo). Aldo Busi fa lezione ad “Amici” (Mondadori, 2005), Busi in corpo 11. Miracoli e misfatti, opere e opinioni, lettere e sentenze (Il Saggiatore, 2006), Aldo Busi (Cadmo, 2008). Ha tradotto dal francese Molière, Sade, Franz Hellens, Marcel Pagnol. I suoi libri più recenti sono Sette note sulla lettura (2010) e Fogazzaro in tasca (2011), entrambi editi da Angelo Colla Editore.
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Iniziativa molto lodevole. Certamente questo sodalizio tra le due redazioni porterà a dei risultati apprezzabili, soprattutto nell’ottica di una maggiore conoscenza e diffusione dell’opera busiana. Complimenti per l’ottima idea, attenderò la prima uscita. Grazie
Non ho ben capito questo discorso sul boicottaggio. Chi vuole un libro di Busi va in libreria e lo compra oppure lo ordina, non è così forse?
Saluti.