“L’ALTRO SOLE” Poesie di Emiliano Mazzoncini. Edizioni Ursini, 2011

Vedi, la parola è sbocciata
di nuovo
genesi minuscola
nel campo bianco;
e se fossi cresciuto
dove abbevera la steppa
il silenzio delle fiere
l’urlo sarebbe stato meno feroce
di quest’abbandono
di questa condanna, senza speranza e remissione,
in quest’isola che non è mia;
perchè non ci fu peggior deserto,
di quello senza distruzione.
Ma note silenziose
sfollate nelle mie notti d’ estate
tornano a sciamare in giardino
– le mia parole –
quando liberati i capelli neri
dal parto di lunghe notti,
guerriero ed amante,
li reciderò alla prima luna.


Emiliano Mazzoncini
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Sabato 15 Ottobre 2011 alle ore 17.30 presso la Libreria Mondadori di via Guizzelmi 13/15 a Prato, la Ursini Edizioni di Catanzaro presenta il volume “L’altro sole”, liriche del poeta toscano Emiliano Mazzoncini. Relatore sarà il critico letterario Martino Baldi.
L’elegante volume è inserito nella collana di poesia dedicata agli autori contemporanei “Le farfalle” e raccoglie i più recenti componimenti dell’attività poetica dell’autore.
Diplomato in fashion-design a Milano, Mazzoncini scrive fin da giovanissimo conseguendo numerosi riconoscimenti in concorsi di narrativa e poesia, tra i quali il Premio Letterario Internazionale “Treditre editori – Città di Avezzano” (1° classificato), il Premio Città di Cremona  (finalista) e il  Premio Arrigo Boito di Catania (3° classificato). Le sue poesie sono apparse in varie riviste letterarie e antologie di concorsi. Sulla rivista “Amedit” pubblica nel settembre 2010 due poesie ispirate ai suggestivi riti della festa di Sant’Agata a Catania; la poesia “Processione di Sant’Agata” si è aggiudicato il Premio Speciale della Giuria alla XXVII edizione del concorso nazionale di poesia “Il Fiore” di Chiesina Uzzanese (PT) con la seguente motivazione: “Il raro equilibrio che possiede questo testo, il suo ritmo altalenante, sapientemente dosato, descrive con efficacia la visione esteriore ed interiore del poeta che assiste ad un evento insieme sacro e popolare. Un dentro e fuori che fa coincidere il macrocosmo del religioso con il microcosmo del singolo uomo che alle domande più grandi, anche nella più grande sofferenza, riesce a dare risposte semplici, familiari”. Sempre su “Amedit” pubblica nel giugno 2010 le inedite “Quattro liriche per la Sicilia”.
“Mazzoncini colpisce per la forza insita nei suoi versi, per quel suo premere sull’acceleratore di una visionarietà silenziosa ed essenziale, per quel suo trovare sempre la folgorazione giusta che lo fa dire: sarò un guerriero / un amante silenzioso / un figlio di un altro esserci.
Parole forti, le sue, che fanno il pari con altre parole che coniugano freschezza e tenerezza in un alternarsi di luci, di penombre, di momenti intimamente vissuti e rivissuti sul filo di un dialogare aperto e circoscritto: come si conviene a chi sa, e riesce a guardare al di là del proprio perimetro affettivo con l’intenzione, evidente a nostro avviso, di colpire il bersaglio e di incontrare quell’altro sole a cui tende senza fingimenti di sorta e con uno zampillante rigagnolo di piccoli-grandi segreti, di abbandoni, di preziosità intime”.
E’ possibile richiedere il libro (60 pagg.  € 10,00) sul sito dell’editore: http://www.ursiniedizioni.it/ordine.htm

Riflessioni sulla poesia di Emiliano Mazzoncini

di GRIN

Soccorrere una civiltà in degrado può essere un compito,

una missione, ma certamente è un istinto primario e vivo

in chiunque si occupi di estetica.

Nel vasto panorama dell’arte contemporanea,

risplendono prevalentemente denunce descrittive,

testimonianze a volte sconvolgenti di scissione

tra individuo ed essere, sovente auto-confinantesi

nell’impegno di darsi – più che di donare al mondo –

un’armonica interezza attraverso la comunicazione estetica.

Non sorprende perciò che il “bello” in questo XXI secolo,

sembri potersi manifestare quasi esclusivamente

vincolato ad itinerari intrisi di eccessi,

tra minimalismo e barocco.

Ma se soccorrere significa apportare una prima cura,

la prima cura (per una civiltà disorientata e ottusa

che naufraga rinnegando il valore della speranza

ed annegando tensioni compresse in un intimo collettivo raggelato)

non può venire soltanto da testimonianze o resoconti.

Contrariamente a quanto saprebbe suggerirci

un razionalismo asfittico, globale e freddo,

non è impossibile che in una civiltà infestata

da energie atte a coltivarne il degrado,

si manifestino talvolta forme di purezza.

Esistono artisti che, generando percorsi propri,

creano per semplice purezza espressiva.

Essi non sono creature di universi distanti

che appaiono e spariscono come brevi sogni nelle notti d’estate.

Ma sono invece esseri dotati di straordinarie capacità taumaturgiche,

capaci di trasformare la propria vita in quella di ognuno,

e di portare segni di gioiosità estetica esprimendo la pena di tutti.

Nel caso di Mazzoncini,

la purezza espressiva si sviluppa seguendo canali biologici originari,

ed è orientata verso la composizione armonica

da una vigorosa sensibilità che lavora instancabilmente

per offrire la propria sostanza, tra rigore e amore,

tra idealità e valori non formali.

La gioia di leggere versi intensissimi e chiari,

scritti nella lingua del paese in cui viviamo,

(pur trovandoci in un’epoca anglofona

e densa di smisurate quanto insondabili banalità),

non è la minore tra quelle che Mazzoncini ci offre;

sicuramente è la più percettiva ed è molto per tutti.

Soprattutto per chi dubita che l’arte della poesia

possa comunicare ancora nell’epoca

dell’informazione tecnologicizzata.

GRIN 

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