di Massimiliano Sardina
Con Fogazzaro in tasca Marco Cavalli offre un supporto prezioso per chiunque voglia avventurarsi nel piccolo mondo, antico e moderno, di Antonio Fogazzaro. La figura dello scrittore vicentino emerge in tutta la complessità delle sue sfaccettature, sullo sfondo di un’epoca altrettanto emblematica e controversa. La ricorrenza del centenario (Fogazzaro muore nel 1911) ha riacceso i riflettori sull’opera di uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento italiano, e al contempo ha reso necessaria un’indagine più approfondita e aggiornata sia dal punto di vista della critica letteraria che da quello strettamente legato alla biografia dell’autore. Cavalli organizza il suo saggio come una sorta di abbecedario, individuando di volta in volta quelle parole-chiave che favoriscono un accesso privilegiato ed essenzializzato ai punti nevralgici del mondo fogazzariano. La Religione, l’Occultismo, la Giustizia, il Risorgimento, la Letteratura, la Donna… in ciascuna di queste quaranta voci Cavalli prende in esame il pensiero e la posizione di Fogazzaro sviscerandone le ragioni e le convinzioni sottese; anche gli eroi fogazzariani (dalla Marina di Malombra al Daniele Cortis) salgono per così dire sul lettino dell’analista per rivelare al lettore quante più informazioni possibili. Fogazzaro in tasca non è tanto una guida introduttiva, ma uno strumento acuminato e chirurgico utile a chi abbia già una certa dimestichezza dell’opera fogazzariana, perlomeno di quella relativa agli otto romanzi (se ne consiglia la consultazione a termine o in parallelo alla rilettura degli stessi). Prima del congedo il testo si chiude con una curiosa e divertente intervista impossibile che attinge dalla documentazione autografa di Fogazzaro. Nel corso di questa intervista Marco Cavalli fa idealmente dono a Fogazzaro di un romanzo di Aldo Busi (e dalla citazione in bandella si può desumere che si tratti di Seminario sulla gioventù), ma l’ultracentenario gli risponde: “Lei è ancora molto giovane: legga Carducci; lo legga e lo rilegga sovente, non se ne pentirà”.
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