di Mauro Carosio
Chi può essere così presuntuoso da voler aprire una “bottega dell’anima”?
Tre ragazze genovesi, che da anni lavorano nel sociale come counselor a diversi livelli, hanno deciso di provarci. Si tratta del primo esperimento in Italia e, dai risultati dell’esordio, sta riscuotendo un inaspettato successo. Ma che cos’è la bottega dell’anima? Ne parliamo con Santa Bellomia, la promotrice del progetto insieme a Manuela Costa e Francesca Corsini.
“E’ uno spazio d’ascolto aperto a chiunque. Si trova sulla strada, in via della Maddalena, ed è un vero negozio, con una vetrina, una lavagna all’esterno dove viene scritto cosa viene offerto in quel giorno, quello che viene sempre offerto è l’ascolto gratuito, chiunque può entrare ed essere ascoltato. Siamo presenti tre mattine alla settimana: martedì, giovedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30. Abbiamo già una rete di persone che si rivolgono a noi, direi abbastanza trasversale, persone che chiedono un orientamento sui servizi rispetto al territorio riguardo al lavoro, oppure stranieri che non sanno ancora bene come funzionano determinate pratiche burocratiche o ancora semplicemente persone che passano facendo la spesa e rimangono incuriosite dall’aspetto della bottega, dal fatto che non si capisce bene cosa si tratta all’interno di questo spazio, quindi entrano e chiedono informazioni. Ci sono anche persone che entrano incuriosite per le scritte sulla lavagna. Noi scriviamo una serie di domande in cui alcuni si ritrovano. Dalla domanda più banale, ad esempio “sei triste?”, si possono scatenare i racconti più disparati. In ogni caso l’utenza è abbastanza trasversale sia per età sia per provenienza, sia per appartenenza a gruppi sociali, dalle casalinghe del centro storico a quelle dei quartieri alti che scendono a fare la spesa. La richiesta principale rimane comunque l’ascolto, l’altra mattina abbiamo scritto sulla lavagna “hai fatto un brutto sogno e non sai a chi raccontarlo?” E’ stato divertente perché il panettiere qui a fianco è entrato e ci ha raccontato l’incubo che lo aveva tormentato la notte precedente”.
Il territorio in cui ha sede la bottega dell’anima è il centro storico di Genova. La zona dei caruggi cantati da De Andrè e, oggi, visitati da turisti provenienti da tutto il mondo. Un caso piuttosto emblematico di una zona a tratti molto degradata dove spaccio, delinquenza e prostituzione riescono a convivere con famiglie, studenti universitari e artisti che hanno deciso di aprire qui i loro laboratori.
“Il dato più interessante al momento”, continua Santa, “è lo stupore che una persona prova di fronte a un posto dove gratuitamente può entrare e chiedere. Ecco una richiesta che ci è stata fatta più volte: informazione su corsi di italiano per stranieri, richiesta arrivata principalmente da persone provenienti dall’Europa dell’est o dal Sud America. Un altro caso frequente è quello di persone molto anziane che entrano per comunicare a qualcuno un grande senso di solitudine che li affligge”.
Viene spontaneo chiedere a Santa quali sono state le reazioni del vicinato di fronte a un’impresa così insolita.
“Sono stati deliziosi tutti! Abbiamo diversi negozi qui vicino, la rosticceria è tra le più famose di Genova e il titolare, il giorno dell’inaugurazione ci ha preparato un dolce, stessa cosa dal personale del panificio. I vicini passano a salutarci tutte le mattine, un ottimo impatto direi. Ci siamo coordinate con un gruppo di ragazzi impegnati politicamente e che hanno la sede qui vicino, su iniziative varie che faremo sulla strada. Perché in fondo è sulla strada che vogliamo essere, ci siamo formate come counselor con l’unità di strada di San Benedetto, la comunità retta da don Andrea Gallo, abbiamo aperto uno studio privato in un bel palazzo, ma era al terzo piano, non ci piaceva, abbiamo visto questo posto sulla strada dove avevamo precedentemente lavorato con donne che si prostituivano e abbiamo subito pensato che questo poteva essere il luogo giusto per quel che vogliamo fare noi”. Arrivano le altre due ragazze, sorridenti ed evidentemente soddisfatte, è sabato pomeriggio e stanno offrendo un aperitivo ai passanti.
Santa conclude: “l’obbiettivo che ci stiamo prefissando è quello di coinvolgere altri soggetti che come noi abbiano voglia di spendere il loro tempo in questa attività e partendo da questa piccola bottega avere, perché no, un “palazzo dell’anima!”.
Auguri ragazze!
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