Sabato 6 Novembre, alle 6 del mattino, a Pompei è stata sfiorata la tragedia: la domus dei gladiatori è crollata; in un’ora in cui, per fortuna, non vi si trovavano turisti. Gli archeologi lo ripetono da tempo: ”Pompei si ridurrà in polvere se non si interviene al più presto “.
I mass media di tutto il mondo hanno riportato la notizia: l’armeria dei gladiatori di Pompei si è letteralmente sbriciolata a causa del tetto in cemento armato e delle infiltrazioni d’acqua piovana che da anni minano le sue strutture.
L’edificio durante la seconda guerra mondiale, era stato colpito da una bomba che aveva danneggiato il tetto e che poi è stato ricostruito in cemento armato, materiale troppo pesante per mura fragili che le infiltrazioni d’acqua hanno reso ancora più fragili.
La casa dei gladiatori di Pompei era una testimonianza unica nel suo genere: duemila anni fa, in epoca romana, in questo spazio affrescato si riunivano gli atleti che lì conservavano in grandi armadi le armi e gli attrezzi per gli esercizi sportivi.
Come la maggior parte degli edifici di Pompei, la casa dei gladiatori aveva bisogno di restauro e di lavori di consolidamento delle sue strutture.
Purtroppo, ora, nessun intervento potrà riportarci questa meravigliosa testimonianza del passato che le ceneri e la lava del Vesuvio avevano ricoperto e conservato.
Il 24 agosto del 79 d.C., in 19 ore, il vulcano seppellì Pompei, Ercolano e altri centri abitati della zona. Poi gli scavi hanno riportato alla luce quel passato, esponendolo però, a tanti rischi, agli agenti atmosferici, ma soprattutto all’ incuria dell’uomo.
Quello che è successo a Pompei succede in tanti altri posti d’Italia e anche nella nostra Sicilia.
In troppi pensano che tutto questo non ha valore e che i soldi devono essere spesi per cose più urgenti e utili.
Anche noi bambini sappiamo che siamo in tempo di crisi economica e che i soldi non bastano, ma la nostra cultura, il nostro patrimonio artistico e archeologico sono la nostra storia e, quindi, la nostra identità.
Le nostre maestre quest’ anno avrebbero voluto farci visitare gli scavi di Rocchicella, in territorio di Mineo, e il suo “ antiquarium “ dove sono custoditi ed esposti gran parte dei reperti archeologici lì trovati, ma purtroppo non è possibile andarli ad ammirare perché è chiuso in quanto mancano i soldi per pagare il custode.
Perche le autorità politiche rimandano sempre le cose più importanti ?
Noi bambini speriamo che le nostre voci siano ascoltate e che gli adulti e i politici si assumano le loro responsabilità. Chiediamo che i luoghi che testimoniano la nostra storia siano curati e protetti convinti anche che, in tempo di crisi, possano diventare fonte di lavoro e guadagno per molti.
Simona Bardaro, Erica Brancato, Chiara D’Amico, Giulia Di Stefano, Antonella Vaccaro (alunne di 4° A Scuola primaria’ I.C. ”G. Ponte“ Palagonia).
[…] Scuola primaria I. C. “Gaetano Ponte” Pompei e i nostri siti archeologici in pericolo. […]