Un viaggio musicale nell’ultimo cd della
catautrice Erma Pia Castriota, in arte H.E.R.
H.E.R. è voce, H.E.R. è violino, H.E.R. è talento e ispirazione. Inserisco il cd nello stereo, mi sdraio e spengo la luce. “Magma” parte con il brano “Tentativo Zen”: “Voglio sbagliare e ricominciare, un’altra vita per imparare, sovvertire lo spazio-tempo, la natura di un momento…”. Violino e voce viaggiano all’unisono, complici, ipnotici, struggenti. Pregnante è l’urgenza di dire, di trasmettere, di sedurre. Ascolto e mi lascio stregare. Non c’è intrattenimento, ma interazione.
Nessun altro strumento interviene nella partitura, con H.E.R. violino e voce sono già di per sé un coro, riempiono e saturano da soli l’intera traccia audio. Proseguo nell’ascolto del secondo brano, poi del terzo, e l’incantesimo continua “…Merito questo di ore e giorni di rodaggi estremi, di sfoghi, di perdoni pazzi e molte timidezze, e non c’è cosa più cattiva che si possa fare che spolverare le macerie di un passato amore”. Nella scrittura di H.E.R. c’è Accademia e c’è Avanguardia, c’è Tradizione e c’è Innovazione; in certi passaggi l’archetto sembra scavare
nelle corde e tagliare il cuore armonico delle note, e così la voce che sale vertiginosamente e si inabissa, si liricizza e si rabbuia, dai toni più ampi e prolungati fino ai sussurri.
Nessuna concessione al pop. “Magma” è un disco coraggioso e atipico, assolutamente contemporaneo, difficilmente associabile alle sonorità attualmente in voga sul mercato italiano.
Anche nelle uniche tre cover presenti in tracklist (l’intensa “Non c’è ragione” di Teresa De Sio, “Sweet dreams” di Annie Lennox e “Vita spericolata” di Vasco Rossi) H.E.R. dispiega con estrema disinvoltura la sua energia sferzante e irriverente, riducendo la melodia all’essenziale e restituendola con sorprendente libertà reinterpretativa. Il cd, prodotto da MariaLaura Giulietti, vanta inoltre quattro ospiti di prestigio: Petra Magoni, Momo, Peppe Voltarelli e Alessandro Scanderbeg. Non c’è cesura tra un brano e l’altro. H.E.R. alterna il rigore al divertissement, e lo fa accostando un brano come “Prima di dire addio” alla nota “Sweet dreams”. Il “magma” scorre fluido inanellando i brani uno dietro l’altro. “…Costruisco un’incoerenza, Vita non ti ho mai abbastanza”. H.E.R. suona e arrangia l’intero lavoro. Per chi sa leggere tra le righe (sarebbe il caso di dire …tra le corde) i rimandi sono molteplici, e spaziano per così dire da Bach alla Bauhaus, in un equilibrio perfetto tra memoria storica (a tratti quasi classico-operistica) e slancio futuribile. Perla del disco è senza alcun dubbio “Pure days”, brano di chiusura, di una bellezza struggente “…I was lost, I cried the tears like a little child”. A malincuore riaccendo la luce. Ora tocca a voi.
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Massimiliano Sardina
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